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Guardateci  

Paolo, scrivendo ai cristiani, dice di imitarlo. Qualche riga prima aveva scritto sia che tutti siamo peccatori, sia che lui è il più peccatore dei peccatori. Poi si azzarda di invitare a imitarlo.

Evidentemente non indica di esser imitato nei peccati, ma di essere imitato perché colpito dall’amore misericordioso di Dio. Concretamente esorta a essere, come lui, riempiti di misericordia.

Un’esperienza quindi di essere inondati nella misericordia: esperienza di gioia e di riconoscenza. Paolo era felice nel dichiararsi peccatore graziato. Felice nel presentarsi come peccatore graziato (non cristiano perfetto!) per esortare tutti alla speranza.

Probabilmente tutti noi possiamo esprimere quel “guardatemi!”. Tutti noi siamo stati salvati dai nostri peccati. Tutti viviamo di amore e di fede, quindi tutti noi possiamo mostrare in noi Dio misericordioso e vivere con gli altri la bontà del Dio misericordia. Che gli altri vedano trasparire nel nostro sorriso, almeno un barlume degli effetti della misericordia di Dio, che ci accompagna.

Non umili bacchettoni, ma sereni coraggiosi. La grazia dello Spirito Santo viene donata non per gettare le persone nella depressione, ma per esaltarle di fiducia nella vita. Sono sufficienti i nostri peccati per renderci tristi, la grazia è per elevare e la nostra esistenza e il nostro umore.

Paolo si mostra vivo e riconoscente. Non euforico senza motivo, ma felice con il grande motivo dell’amore di Gesù, che non può essere scalfito né da persecuzioni, né da errori, né da catene. Nessuno può distoglierci dall’amore di Gesù, perché nessuno può impedire a Gesù di amarci, sempre, da glorioso.

Chiesa: volto di Gesù risorto.

  12.09.15