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Per Maria

Donna, sei tanto grande e tanto vali
Che qual vuol grazia e a te non ricorre
Sua disianza vuol volar sanz’ali.

Dante ci ricorda il cuore della chiesa: la maternità di Maria per Gesù e la maternità di Maria per la Chiesa. Gli ordini religiosi, come i Francescani e i Domenicani vantano e realizzano i rosari della Madonna, per non parlare dei Servi di Santa Maria.

L’aver posto in ombra la devozione a Maria, ha privato la vita dei credenti di una forma e di una occasione di abbandono nella fiducia, quasi un dimenticare la dolcezza effusa e diffusa nel Cristianesimo.

Devozione a Maria, abbandono, quasi un votarsi, un abbandonarci alla cura di Maria. Maria la curatrice della nostra vita, perché, in quanto madre intuisce le reali necessità dei figli, tanto che al “dimandar precorre”. Dante, profeta nel Nuovo Testamento. Profeti sono sì i teologi cristiani, che si agganciano alla rivelazione attuata da Gesù, però sono anche i poeti cristiani: scienza e poesia sono doni dello Spirito Santo, lo stesso Spirito che appoggiava l’inventore dei salmi.

Per scoprire la tenerezza di un cuore materno, la poesia arriva prima, e probabilmente oltre, la stessa teologia; come la pietà popolare sente più acutamente la vicinanza di Dio e dei santi, la verità della “protezione” dei santi e degli angeli, che non le, anche belle, teorie della filosofia o della teologia.

Per essere chiesa, pietà popolare (cuore) e ricerca teologica (mente) devono compenetrarsi in un abbraccio amichevole e sponsale, come avviene in un matrimonio benedetto dallo Spirito Santo, il quale da sempre resta al di fuori di ogni fantasia del gender: non è di sua divina pertinenza.

03.08.15