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Luci della ribalta

Luci della ribalta. Questo titolo di un vecchio conosciuto film, mi è brillato nella fantasia, quando ho letto nel programma della nuova, non indovinata del tutto per una chiesa, illuminazione indicata come “concerto”.

Evidentemente, chi ha ordinato la nuova illuminazione, l’ha affidata a una ditta, esperta in teatri, ma non troppo frequentante una santa messa.

L’illuminazione di una chiesa deve servire a concentrarsi sul fulcro del mistero, l’altare, e sull’assemblea o il raduno di persone che formano parte del mistero stesso. Il terzo polo del mistero è la Parola, e, quindi, quanto attiene alla parola (l’ambone), in ultima battuta deve anche essere posto in giusta luce, la sede, usata talvolta da chi coordina il raduno eucaristico.

Sono rimasto disorientato, quando avendo visto qualche schizzo del progetto (gelosamente e giustamente tenuto nascosto a un incompetente come me), feci notare alla signora che presentava con enfasi la nuova illuminazione, che l’altare risultava scarsamente illuminato, mi fu risposto che l’altare era una cosa insignificante di fronte alla principalità dell’ambone (teoria che sa di protestantesimo).

Si può immaginare come sono rimasto! Avvertii di ciò chi era responsabile di seguire i lavori.

In realtà l’illuminazione, secondo i progettisti, doveva prima di tutto illuminare le volte. A questo scopo si sistemarono sui capitelli dei pilastri tante pignatelle luminose, che turbano la semplicità dell’architettura e servono male i fedeli.

 10.08.16