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Missioni e pace

La politica (se ancora esiste, poiché oggi viviamo la presenza dei politici sicuramente, ma non sicuramente quella della politica) da tempo proclama a gran voce, che l'emigrazione dei popoli si evita, promuovendo attività umaniste e culturali degli stessi popoli nei loro paesi di origine.

Questa promozione è attuata da molto tempo, grazie all'attività dei missionari cristiani. Il grande difetto che tali attività hanno agli occhi dei laicisti, è quello di essere cristiane. Dove andrebbe a finire l'altissimo valore del laicismo, se l'ONU, oltre alla FAO, aiutasse gli operatori umanitari che operano nelle missioni o con le missioni? Sarebbe aiutare solo quella parte di uomini e non l’altra pure parte di altri uomini.

Siccome l'ONU venera la suprema laicità, perché prendere posizione netta per quelle quisquiglie, che per essi sono le centinaia di cristiani sistematicamente uccisi?

Forse neppure tutti i cristiani privilegiano l'aiuto umanitario, attuato dai loro missionari. Questi che l'espansione della bontà di Gesù intendono attuarla con la verità e la carità. Si capisce che la verità cristiana, per i laicisti, è un optional, e che l'aiuto materiale è un compito dei governi, ossia della politica (quale?).
Non s'accorgono che gli “aiuti” che un governo comunica a un governo, spesso si riducono all'arricchimento dei capi e all'acquisto di armi. L'arricchimento dei capi è un piccolo inconveniente, purché il denaro ritorni all'offerente per l'acquisto di armi.

Simpatizzo per l'oscuro lavoro dei missionari, sicuro che il mio obolo non finirà nell'acquisto di armi, ma nell'educazione alla pace, nella promozione attiva delle persone nel loro ambiente, senza che ricorrano agli esodi terribili cui noi assistiamo in questi giorni. Progresso e pace. Quella vera, unica, pace, che in Gesù vanta il suo principio.

23.04.15