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Il sapore del donare

“Non cerco i vostri beni, ma il frutto personale che voi ricevete nel donare”: è il pensiero di Paolo ai Filippesi, quando li ringrazia per i doni che essi gli avevano inviati.

E’ un bellissimo atteggiamento verso coloro che offrono. Questo è l’atteggiamento di chi allestisce mercatini pro Missioni, e del presidente dell’assemblea durante la raccolta degli oboli nel contesto della Messa: la generosità vale più della somma del denaro versato.

E’ questo l’atteggiamento di Gesù nell’osservare la vedova povera, che versa i pochi spiccioli tra le elemosine dedicate al tempio di Gerusalemme.

Alla fine di una giornata missionaria, di solito gli organizzatori si fermano a rilevare quanto denaro è entrato. Ma il vero bene alla Chiesa e ai poveri, non è il denaro (magari ci fosse pure quello...), sono i cuori degli offerenti, che hanno accresciuto il potenziale spirituale proprio,  della Chiesa e del mondo.

Il donare è il valore. Ciò che è donato è un valore aggiunto. Il donare è di Dio, che si dona nel circolo della Trinità, tanto si dona che l’unica divinità è totalmente delle tre persone.

E’ divino il donare, perché la fonte di ogni dono è la natura, e la natura è un dono divino.
 

Dio dona il mondo. Però Dio anche si dona al mondo. In Gesù Dio dona ed è il dono. Già il donare è dono, e ciò che si dona acquista il valore non dall’oggetto,  ma dal cuore del donatore. Il cuore illumina il dono.

Un semplice fiore di campo, regalatomi da chi so che mi ama, ha un valore immenso per me. Perciò Paolo ci fa sapere che Dio ama chi dona godendo di donare.

Siamo troppo abituati a godere di ciò che abbiamo, ricevuto o acquistato, perciò abbiamo perduto il sapore del donare.    

GCM 10.11.12