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Positivismo razionalista

Per lungo tempo, nel quale ho anche vissuto la mia infanzia e la mia giovinezza, il metodo educativo usato nei seminari, negli educandati e nelle scuole di ogni genere e grado, richiedeva la soppressione dei sentimenti. Si diceva che la ragione deve prevalere su tutto, mentre i sentimenti conducevano alla passione, e questa fatalmente ai vizi. I vizi sono detestabili, soprattutto se ingenerano i peccati.

E’ diventato di moda tacciare la Chiesa, e i suoi metodi, di aver prodotto  disastri psichici, di aver creato soggetti rigidi, senza cuore, razionali, freddi.
Chiaramente la Chiesa ha contribuito e si è lasciata adescare fin dai tempi dello stoicismo. Ma la preminenza di un positivismo razionalista non è stata prodotta dalla Chiesa, se esso è stato adoperato dall’ebreo Freud, o dall’ateo Lenin.

Colpa della Chiesa, della stoà, o di Cartesio o di Rousseau, poco importa. La situazione di una preminenza razionalista è comunque attiva.

E’ semplice riconoscere le persone permeate di razionalismo, fino al punto di non saper piangere neppure alla morte di un figlio.
Che abbiano scelto il fredddo razionalismo per giudare la propria vita, è loro libertà, ma diventa pericoloso per gli altri quando intraprendono una professione umanistica: educazione, psicologia, medicina, ecc.

Il medico razionale preferirà l’intervento chirurgico a quello chimico, e quello chimico a quello naturale.

Lo psicologo razionale preferisce il metodo direttivo e cognitivo a quello non direttivo.

L’educatore preferirà l’imposizione alla convinzione, lo spiegare al comprendere.

Il prete preferirà una rigida e perentoria direzione spirituale alla pazienza del semplice accompagnamento.         

GCM 27.08.11