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L’etica

In questi giorni si parla dell’istituzione di una cattedra per insegnare la “morale laica”. Evidentemente non si conoscono fino ad oggi i contenuti del programma.

Forse ci si dimentica che ogni insegnamento riguardante l’etica è un’affermazione comunque dell’uomo. E il richiamare che ancora esiste la morale, oggi, in un clima di relativismo e di sfascio delle regole comportamentali, è un progresso, un remare contro corrente.

L’insegnamento di ogni etica muove da principi. L’aveva chiaramente enucleato Aristotele... che cristiano non era. Se la morale laica resta laica, senza precipitare nel laicismo, porterà soltanto giovamento.

L’etica è etica: e quando le si aggiunge un aggettivo, corre seri pericoli. Il secolo scorso vide l’etica comunista, la mistica fascista, l’etica hitleriana...

Lo stesso pericolo corre l’etica laica, se non accetterà la coscienza dei propri limiti.

E l’etica cristiana?

Questa qualificazione distorce o completa?

Certamente non esiste un’etica assoluta, che faccia riferimento soltanto a se stessa. L’etica è un frutto umano, e non nasce dall’iperuranio. Così l’etica cristiana nasce nell’uomo e per l’uomo. E’ un comportamento umano, sgorgato da un’atmosfera concreta.

Se l’etica è cristiana (la dicono “morale”) ovviamente si inizia da Cristo e a Cristo deve sempre riferirsi. Ogni nuovo apporto storico deve armonizzarsi con le esigenze del Vangelo.

Tentativi di deviazione da Gesù, perfino accolti ufficialmente come le Crociate o l’Inquisizione, l’etica cristiana li ha subiti, ma l’amore di Dio riporta sempre l’etica cristiana alla persona di Gesù.

GCM 05.09.12