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Nemici o speranti?

Fate del bene a una persona, e vi siete creati un nemico.

La frase è cinica, irriverente e triste.

Eppure è ciò che è toccato a Gesù, che passava ovunque beneficando e sanando ogni male. La casta gli era contraria, perché egli attirava a sé quella gente che la casta (sacerdoti, anziani, profeti!) pretendeva di dominare.

Far del bene è pericoloso, perché noi non facciamo quel bene, e tutto quel bene, che il beneficato si attende da noi. Chi riceve il bene diventa sempre più goloso ed esigente, e i suoi desideri vanno spesso oltre le nostre possibilità.

Quante persone da noi beneficate, poi diventano nostri delatori, criticoni, giudici.

Questo è un triste comportamento verso di noi, e ci offende. E noi verso Dio? Lui non smette di amarci e di beneficarci. Eppure noi ci dimentichiamo sovente del suo amore. Lui non si dimentica del suo amore, ma noi perdiamo spesso il contatto con questo amore.

Rischiamo anche noi di essere i beneficati, che si trasformano in nemici.

Siamo sue creature. La vita è il primo incancellabile dono di Dio. La speranza  innerva la nostra esistenza, speranza nutrita dalla fede in Gesù. Egli eccita il nostro vivere nel sorriso della continua speranza, donandoci la sua Parola e la sua Eucarestia.

E’ facile trovare pessimismo in chi non spera, o in chi non ha posto la propria speranza e il proprio sostegno in Dio. Il pessimismo è generato dal non porre la fiducia in Dio. Esso è la traduzione moderna, esistenziale, delle parole di Isaia: ”Maledetto l’uomo che non si fida di Dio”.

GCM 28.02.13