HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2014-02 > Desiderio redento

Desiderio redento

Il desiderio è molla della vita, uno dei modi di lanciarci nel futuro. Ogni desiderio include anche una quota di speranza. Desiderare è lasciar parlare il cuore, superare le strettoie della mente, lasciare dietro di noi perfino la logica.

Però il desiderio, come si formula, include anche una stria di paura e di apprensione: e se non si avverasse ciò che io desidero? Il desiderio quindi è attraversato dal senso di precarietà e di dubbio. Perciò molti si impediscono di desiderare per evitare la delusione.

Il desiderio, come ogni attività emotiva e sentimentale, non è mai nutrito di totalità: è complicato e parziale. Desiderare può persino diventare pericoloso.

Per chi crede in Gesù, il desiderio può sfociare nella speranza. Perciò Paolo “desidera” di essere con Cristo. Cristo diventa la salvezza del desiderio, la solidità della speranza.

Se Gesù si trasforma in oggetto di desiderio, redime il desiderio, perché dona al desiderio la coscienza della vita, la consistenza della vita. Il desiderio si rivolge al “cercare le cose di lassù dove Cristo vive con il Padre”. Così si riconosce finalmente la funzione del desiderio, che non si realizza totalmente se indirizzato alle realtà precarie, mentre è pieno di sicurezza che spera, se indirizzato verso la solidità di Dio.

La forza del desiderio, la sua fonte dinamica si trova in Dio, che crea la vita, e sfocia, per essere gioia certa, soltanto in Dio: nella speranza oggi, nella visione domani.

GCM 29.05.13