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Invidia?

E’ pressoché impossibile che in un qualsiasi gruppo stabile (fabbrica, scuola, convento… persino famiglia) chi è più dotato e ha successo, non sia invidiato e ostacolato dagli altri membri del gruppo, anche solo in cuor loro.

La situazione si aggrava in molti casi; ne segnalo, per il momento, due.

Diventa tormento, in una comunità religiosa (convento, movimento spirituale, diocesi,ecc) quando l’invidioso e boicottatore, non è uno dei membri, ma chi ha l’incarico di superiore. Il povero bersagliato, o schiatta o si santifica tanto da santificare perfino il persecutore invidioso.

Un’altra situazione dolorosa, quando il perseguitato è un figlio e il persecutore un genitore (o tutti e due, quando tra loro non vanno d’accordo, eppure si scagliano contro il figlio o la figlia malcapitati). Non voglio ricordare i casi limite: quando le figlie che si emancipano, vestendosi all’occidentale, sono uccise.

Ma basta osservare le critiche continue del genitore nei riguardi del figlio, che, già adulto, decide di camminare per la propria strada.

Un cumulo di sofferenze inutili solo perché non si prendono le mosse dal rispetto e anche dalle felicitazioni per le positive dotazioni delle persone che ci circondano.

E quando non riusciamo a felicitarci per i beni concessi da Dio a quella persona dotata (Paolo avverte: ogni dono viene da Dio!), almeno preghiamo per lei, e per la nostra incapacità di… volare.

Quante sofferenze causate dalla nostra incapacità di godere con chi gode, come dice l’Apostolo.

GCM 09.01.14