HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2014-02 > Il saluto

Il saluto

Sorrido, costatando quanto è strano ed esilarante il mondo.

Papa Francesco, appena eletto, si affaccia alla loggia di S. Pietro, e semplicemente dice: “Buona sera!” e piazza S. Pietro è scossa da un applauso roboante.

Anch’io già da almeno il 1953 salutavo i miei alunni (seminaristi) con un “Buon giorno!”. Il risultato una catastrofe, per sedare la quale, il rettore del seminario, radunò i seminaristi affinché non si lasciassero sedurre dal “secolarismo antireligioso” del buon giorno.

Anche nel saluto dei religiosi si notano le mode, secondo la sensibilità del capo. Allora il capo non si staccava dal “Sia lodato Gesù Cristo” che riguardava l’alto; mentre un buon giorno riguardava “il basso”!

Per caso lo Spirito Santo mi avvisa: “Chi non ama il prossimo che vede, non può amare Dio che non si vede”. Sembra che la misura e la conferma della autenticità dell’amore a Dio si misura dall’autenticità dell’amore ai nostri simili.

Forse un “buon giorno” cordiale misura meglio l’amore a Dio, di in solenne “sia lodato Gesù Cristo”.

Fortunatamente qui vediamo soltanto superficiali modi di saluto, spesso nemmeno consapevoli di ciò che per convenzione si sta dicendo. La sostanza sta sotto, ossia nel nostro modo di atteggiarci verso il prossimo, ossia dalla simpatia o dall’antipatia, che si nutre verso la persona che si saluta.

Da qui la sorgente di un sorriso su queste minute formalità.

13.02.14