DisperazioneLa disperazione è presente ovunque, non solo nei suicidi. Disperazione nella paura di superare il limite sessuale, per l’incontro con l’altro. Disperazione nell’abbandonare l’unica tavola di salvezza, dandosi all’ateismo, militante o in pantofole. Disperazione nell’abbandonare la preghiera, che non serve più per raggiungere scopi immediati. Disperazione nello sciogliere i vincoli matrimoniali, che non si ha il coraggio e l’intelligenza per ricomporli. Disperazione nella paura di impegnarsi in vincoli stabili tra uomo e donna, o all’interno di gruppi operativi. Disperazione nell’evitare novità culturali o tecniche. In un mondo disperato, quale è il posto di Gesù e del suo corpo visibile? Gesù, e solo lui, crea l’oasi della speranza che non si consuma. Il nostro posto è la speranza. Proprio quando tutto crolla… “Quando queste disgrazie si attueranno, alzate il capo, perché la vostra salvezza è vicina”. Sono le parole sicure e incoraggianti di Gesù, nel suo discorso apocalittico sui mali del mondo. La tentazione a “lasciar perdere” è sempre robusta, mentre Gesù ci vuole combattenti con lui: “Io ho vinto il mondo!”. Proprio la Chiesa, criticata e vituperata, derisa e combattuta, è la grande riserva di speranza, dentro un mondo disperato, che si distrugge con le guerre, gli attentati, le prostituzioni, il disprezzo per i beni naturali, i boschi, l’atmosfera inquinata. Chiesa, ossia Gesù presente nel mondo resta “unica spes” come si dice del modello della Chiesa, che è Maria. GCM 06.07.12
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