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Vangelo e amore

Quando mi accosto al Vangelo, non posso prenderla alla leggera, come fosse uno dei molti libri, ma mi torna necessario il prendere co-scienza di trovarmi a interloquire con Dio! Con il Padre, che mi indica soltanto ciò che è bene e il vero, e che mi conduce al bene e al vero, che è Lui stesso. Il Vangelo è uno degli abbracci paterni di Dio, con il quale mi ricorda il suo amore.

Giuda tradisce Gesù, e Gesù lo vede ancora “amico”. Pietro rin-nega Gesù, e Gesù gli chiede un supplemento di amore: “Mi ami?” – addirittura: “mi ami più degli altri?”.

La ripresa dal peccato, per Gesù, è sul piano affettivo, sull’amore. Sembra che la posizione di Gesù, non è quella pesante della penitenza, ma quella esaltante dell’amore.

Già i pagani latini scrivevano che l’amore vince ogni cosa. Così Paolo che spedisce la lettera ai Corinzi.

Seguire Gesù è urgente. Però il seguirlo è leggero: “Se vuoi se-guirmi …”. “Chi vuole seguirmi”.

Gesù ama e invita. Invita perché ama. Ama e perciò invita.

Quando, dopo Costantino, il cristianesimo cominciò decisamente a indossare le vesti e gli atteggiamenti di “religione”, allora si affievolì l’amore a favore delle leggi. La legge, per essere valida, deve essere seguita dalla minaccia della sanzione. La sanzione è punizione, non amore.

Dio, assieme al dono della libertà umana, assegna la meta ar-monica con la libertà autentica, che è l’amore. Non si può rieducarci a Dio, se non ci si rieduca all’amore.

11.02.19